Aprile dei Diritti 2016

rassegne > Aprile dei Diritti

 

la stagione 2016 all’Auditorium Ta
un progetto della Cgil Taranto
in collaborazione con il Crest

 
 
 
 
 
 
 
 

sabato 9 aprile 2016_ore 20
SciaraProgetti/Teatro Verdi di Fiorenzuola d’Arda
MALANOVA
drammaturgia Ture Magro e Flavia Gallo | tratto dall’omonimo libro di Cristina Zagaria e Anna Maria Scarfò (Sperling & Kupfer) | con Ture Magro | scene e luci Lucio Diana | durata 60 minuti

 
 
 
 
 

Salvatore e Giovanni giocano contando le case del paese. In un pomeriggio riescono a contarle tre volte. Il paese è piccolo e i loro giochi finiscono subito. I ragazzi crescono e le strade si dividono. Salvatore ha appena compiuto 17 anni ed è innamorato di Anna Maria. La spia sempre, cerca di incrociarla e di farsi notare da lei. Conosce ogni suo movimento e crede di conoscere ogni suo pensiero, ma Anna Maria raramente si accorge di lui. Lui non ha mai avuto il coraggio di dichiararsi ed è sempre rimasto fermo a guardarla. Proprio nel momento in cui decide di avvicinarsi per farle gli auguri, in occasione del tredicesimo compleanno, un altro giovane uomo, Domenico, si accosta con l’auto alla ragazzina e le dichiara il suo amore.
Calabria: è la notte di Pasqua del 1999 e Anna Maria si allontana dalla messa viagra sans ordonnance per seguire Domenico, il suo innamorato. Quella sera la poco più che bambina sarà vittima di uno stupro di gruppo che si perpetrerà per anni, tra minacce e umiliazioni. La sua storia, la storia di Malanova, ribattezzata così dagli abitanti del suo paese, ce la racconta Salvatore, che ricorda di averla amata, desiderata e ritrovata dentro una storia di violenza squallida e sconvolgente, possibile tanto nel Sud, dove si è realmente consumata, quanto in tutti quei luoghi d’Italia, dove una vita violata può scorrere nella solitudine, nell’indifferenza e nella connivenza silenziosa. Mentre si snoda il racconto di una delle più grandi denunce per violenza mossa da una ragazzina ai danni di diverse persone, Salvatore, attraversa a piedi le piazze e i vicoli stretti in cui si cela la storia, ascolta le donne parlare di matrimoni, battesimi e funerali, partecipa alle feste ed ai riti di sempre.

Dopo lo spettacolo incontro con la giornalista Cristina Zagaria (la Repubblica), co-autrice del libro “Malanova”.

SciaraProgetti
Fondata nel 2009 da Ture Magro ed Emilia Mangano, nasce da una necessità chiara e decisa di raccontare il mondo che attraversiamo. Un teatro in cui l’attore è lo strumento principale per esprimere una forza in equilibrio tra parola e immagine, e che nasce da una forte urgenza di comunicare tematiche sociali e conflitti umani. Il lavoro della compagnia unisce un costante lavoro di sperimentazione tra cinema e teatro, sia in fase di scrittura che di messa in scena. Lo studio del visivo e l’interpretazione teatrale sono la base su cui si fonda il processo di creazione e si integrano alla mission della compagnia di Fiorenzuola D’Arda: utilizzare il teatro come strumento per la rappresentazione dell’oggi, comunicando la condizione dell’uomo nel presente; potare Teatro dove non arriva; avvicinare il giovane pubblico con attività artistiche che possano creare stimoli ed essere la cerniera adeguata per aprire l’attualità e comprenderla attraverso l’arte. Grazie alla collaborazione con drammaturghi, musicisti, tecnici audio-video, scenografi, architetti, psicologi, insegnanti e, non di meno, alla volontà di coloro che hanno deciso di condividere la propria vita, l’associazione di promozione sociale piacentina può descriversi con questi numeri: 10 produzioni e coproduzioni dal 2008, 300 repliche in Italia e all’estero 80mila spettatori e circa 300mila km percorsi.
 
Cristina Zagaria
Classe ‘75, origini tarantine, vive e lavora a Napoli. Giornalista di Repubblica. Si è sempre occupata di cronaca nera e giudiziaria e ultimamente lavora molto sul giornale on line e sulle pagine social di Repubblica. Tra le sue pubblicazioni: “Miserere, vita e morte di Armida Miserere” (sulla cui storia è basato il film “Come il vento” con Valeria Golino), “L’osso Di Dio” (Flaccovio), “Malanova” (Sperling&Kupfer , tradotto in Germania, Francia, Russia, Grecia, Olanda), “Veleno” (Sperling&Kupfer, romanzo civile sul caso Ilva di Taranto) e “Sugar Queen” (Sperling&Kupfer, storia di imprenditoria femminile al sud, una favola moderna). Ha coordinato l’antologia “Non è un paese per donne” (Mondadori, 2011). Per Caracò è la coordinatrice del progetto #seguilcuore con “Racconti in sala d’attesa” (2013) e “Favole dell’attesa” (2014) e dal 2105 dirige la collana Cosmi. Dal suo testo “Malanova” nel 2015 è stato tratto uno spettacolo teatrale curato da SciaraProgetti, che verrà distribuito anche in Germania.

 


 

sabato 16 aprile 2016_ore 20
Christian Di Domenico/Teatri di Bari
NEL MARE CI SONO I COCCODRILLI
di e con Christian Di Domenico | tratto dall’omonimo libro di Fabio Geda (Baldini&Castoldi) | adattamento a cura di Fabio Geda e Christian Di Domenico | costumi Paola Paglionico | durata 80 minuti

 
 
 
 
 

C’è chi parte per amore, per lavoro, per turismo e poi ci sono quelli che partono per inseguire la vita. E allora la partenza è un parto. Un viaggio in posizione fetale, stipato in pochi centimetri, nella pancia di un camion dentro un mare di letame. Un mare in salita, che unisce e che separa. Un mare che è liquido amniotico che nutre ma in cui si può annegare.
Una sola sedia in scena basta per raccontare il travaglio e il peregrinare di un bambino, costretto a barattare la propria innocenza in cambio della sopravvivenza, senza però mai vendere la propria onestà. Nel viaggio diventa un uomo portando sempre in tasca le parole di suo padre e le promesse fatte a sua madre. Poi finalmente arriva, si ferma. Ritorna a essere un po’ bambino, di nuovo figlio, nostro, del mondo, del tutto. Perché basta che due si vogliano bene per raggiungere l’assoluto e la misura delle cose.
La storia di Enaiatollah, fuggito dall’Afghanistan, è una magnifica parabola che rappresenta uno dei drammi contemporanei più toccanti: le migrazioni di milioni di individui in fuga da territori devastati dalle guerre, in cerca di un miraggio di libertà e di pace.

Christian Di Domenico
Nato a Monza nel 1969, attore e pedagogo, è abilitato allo sviluppo e all’insegnamento della metodologia teatrale appresa dal Maestro russo Jurij Alschitz alla European Association for Theatre Culture, dove consegue il Master for Teaching. Dopo il diploma alla Scuola di Teatro di Bologna diretta da Alessandra Galante Garrone, prosegue gli studi alla Scuola d’Arte Drammatica Paolo Grassi di Milano. Dal 1997 al 1999 frequenta la Scuola dopo il Teatro diretta da Jurij Alschitz, corso triennale di perfezionamento rivolto ad attori e registi professionisti. A teatro collabora con Gianpiero Borgia, Alessio Bergamo, Simona Gonella, Massimo Navone, Jerzy Sthur, Giorgio Marini, Gabriele Vacis, Elio De Capitani, Marco Baliani, Carlo Bruni, Sonia Antinori, Mariano Dammacco, Michele Sinisi. Al cinema lavora con Giuseppe Bertolucci, Antonio Albanese e Giuseppe Battiston. Partecipa a rassegne internazionali come Festival dei Due Mondi di Spoleto, Festival Castel dei Mondi di Andria, Mittelfest, In teatro, Fringe Festival of Edinburgh. È autore, regista e interprete dello spettacolo “U Parrinu. La mia storia con Padre Pino Puglisi ucciso dalla mafia”, giunto ad oltre 200 repliche in Italia e ancora in tournée.

 


 

sabato 23 aprile 2016_ore 20
Pozzo Sorgente
L’ALBERO
di e con Nicola Conversano | collaborazione alla scrittura Michele Santeramo | regia Vittorio Continelli | durata 45 minuti

 
 
 
 
 

Un contadino ha saputo che un albero è stato preso dalla campagna e spostato nel centro di una piazza di città. Un albero di ulivo di duecento anni, spiantato e ripiantato tra le macchine. Quest’uomo ha bisogno di andare a parlarci con quest’albero, perché, com’è ovvio, l’albero non ha retto a quel passaggio, ed è diventato secco. Partendo da questo episodio, che sembra piccolo agli occhi dei disattenti, l’uomo in scena conclude che di questo scempio, di questa bruttura non vuole saperne più niente. Si decide a partire. In autostop: lasciare tutto e andar via. Come hanno fatto tutti. Come continuano a fare. Non essendo lui né diverso né migliore degli altri. Ma di partire, non se ne parlerà. Saranno gli avvenimenti ad impedirgli di riuscirci.
Non partendo, l’attore/contadino è costretto a tornare in campagna. Ed è questo il viaggio che compie. Un viaggio in mezzo ai saperi che si dimenticano, alle necessità della vita in agricoltura che sono sempre le stesse, pur cambiando i tempi e le macchine prendendo il posto delle braccia, un viaggio di consapevolezza nel mestiere che, sostituito da lampadine che in troppe si vogliono accendere, sta lasciando nella campagna solo il ricordo di una sapienza, la memoria di una appartenenza. Non riuscirà a partire. Fino a quando…

Dopo lo spettacolo incontro con Leonardo Palmisano, sociologo e scrittore, consulente per il welfare della Cgil.

Nicola Conversano
Nato ad Andria nel 1972, dopo aver conseguito il diploma di media superiore decide di fare esperienze di generi differenti all’estero. Nel 1996 parte per Londra, dove rimane per circa tre anni, impara l’inglese e frequenta corsi di fotografia e teatro. Nel 1999 si trasferisce a Barcellona, facendo esperienza come artista di strada (statua umana lungo la Ramblas). Nel 2002 è ad Amsterdam, dove segue laboratori di teatro con Emma Dingwall e Deb Mulholland. Nel 2005 frequenta a Roma per un anno la scuola internazionale Circo a Vapore, unendosi alla compagnia Yaaled con Alessandro Mengali. Nel 2009 ritorna ad Andria, dove incontra l’attore e regista Michele Sinisi. Inizia a collaborare con il Teatro Minimo, realizzando due studi-spettacolo nell’ambito del laboratorio teatrale urbano “Andria Xzone”. Nel 2010 frequenta a Bari la Scuola di Giovani Burattinai alla Casa di Pucinella diretta da Paolo Commentale. Dal 2011 prende parte ai laboratori di formazione del Teatro Minimo, condotti da Francesca della Monica (lavoro sulla voce gesto e movimento), Leo Muscato (verso Moliere, studio sul “Don Giovanni”) e Valerio Binasco (recitazione). Nel 2015 partecipa alla prima edizione dell’Apulia Fringe Festival di Andria con il monologo “l’Albero”.
 
Leonardo Palmisano
Nato a Bari nel 1974, è assegnista di ricerca sul welfare regionale, sociologo, attualmente consulente del Sindacato Pensionati Italiani (Spi-Cgil) di Puglia e membro del direttivo regionale dell’Istituto di Ricerche Economiche e Sociali (Ires). Ha pubblicato il romanzo “Trentaquattro” (Premio Eboli 2011), le inchieste “Ghetto Italia” (con Yvan Sagnet, il leader straniero del primo sciopero anti-caporalato nelle campagne italiane), “Arrivare per restare? La presenza straniera in Puglia”, “La città del sesso. Dominazioni e prostituzioni tra immagine e corpo”, “Dopo di Lui. Cosa sarà dell’Italia dopo Silvio Berlusconi” e i saggi “Palombella rotta, un decalogo per la Sinistra in piena crisi” e “Nessuno tocchi la Puglia migliore”. È sceneggiatore e attualmente redattore per www.sulromanzo.it. Ha scritto per il manifesto, Liberazione, AlfaBeta2 e NarcoMafie.

 

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Aprile dei Diritti 2016

biglietto unico 10 euro

 


 

 

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