CAPATOSTA
giovedì 24 settembre, ore 17:00
teatro Orfeo, Borgo
Crest
CAPATOSTA
scritto da Gaetano Colella
regia Enrico Messina
con Gaetano Colella e Andrea Simonetti
composizione sonora Mirko Lodedo
scene Massimo Staich
disegno luci Fausto Bonvini
datore luci Vito Marra
in collaborazione con Armamaxa teatro
durata 65 min
spettacolo vincitore del bando “Storie di Lavoro” 2015
Lo stabilimento più grande d’Europa, l’Ilva. Siamo in uno dei tanti reparti giganteschi della fabbrica, Acciaieria 1 reparto RH. Qui l’acciaio fuso transita per raggiungere il reparto della colata e gli operai sono chiamati a controllare la qualità della miscela. La temperatura è di 1600 gradi centigradi.
Due operai sul posto di lavoro. Uno è un veterano, venti anni di servizio alle spalle e un carattere prepotente di chi si è lavorato la vita ai fianchi e il poco che ha lo difende coi denti, compreso il suo piccolo desiderio: fuggire da Taranto, coi suoi figli, per non tornarci più. L’altro è una matricola, un giovane appena assunto nello stabilimento. I due potrebbero essere padre e figlio.
In questo stabilimento dal 1962 ci sono generazioni di operai che si avvicendano, si confrontano, si scontrano e si uniscono. I padri hanno fatto posto ai figli e ai nipoti senza che nulla sia intervenuto a modificare questo flusso di forza lavoro. Si sono tramandati saperi ed esperienze così come usi e abusi, leggi tacite e modi di fare. Sembra che in questo scenario nulla sia destinato a mutare, che i figli erediteranno fatica e privilegi dei padri. Ma è davvero così?
Two workers on the job. One of them is a veteran, twenty years of experience and with an assertive personality as he who worked obstinately every day to build his little position, that he defends with teeth, including his small wish: escape from Taranto, whit his sons, and never come back. The other one is a newbie, a young just employee into the factory. They could be father and son.
In this factory since 1962 there are generations of workers who take turns, who confront each other, collide and join. The fathers have made space for children and grandchildren without that nothing has changed this flow of working force. They have been handed down knowledge and experiences, as well as the uses and abuses, tacit laws and ways of doing.
It seems that into this scenario nothing is destinated to change, that the children will inherit fatigue and privileges of the fathers. But is it really so?
Capatosta – photogallery © Marco Caselli Nirmal
info 099.4725780 – 366.3473430