I brutti anatroccoli
Essere uguali. Essere diversi. Per “favole&TAmburi”, la rassegna del Crest per tutta la famiglia, domenica 2 aprile, alle ore 18 al TaTÀ di Taranto, in via Deledda ai Tamburi, va in scena “I brutti anatroccoli”, liberamente ispirato alla fiaba di Hans Christian Andersen, di e con Silvano Antonelli, scenografia Elisabetta Ajani, disegno luci Sasha Cavalli, tecnico luci e fonica Enrico Seimandi, videoproiezioni Francesca Ventura, assistente alla produzione Talia Geninatti Chiolero, produzione Stilema. Biglietto unico 6 euro. Dalle ore 17, lo staff dello Junior TaTÀ sarà ad attendere il giovane pubblico, coinvolgendolo, gratuitamente, in “Aspettando… gioco”, una qualificata animazione ludica. Info: 099.4707948.
Tra papere con gli occhiali, strumenti musicali, divertenti e poetiche suggestioni, lo spettacolo cerca di emozionare intorno all’idea che tutti, ma proprio tutti, possano cercare di rendere la propria debolezza una forza. Da qualsiasi punto si parta e in qualsiasi condizione ci si senta. Un modo per alzare gli occhi e guardare il grande cielo che ci circonda. Quel cielo nel quale la vita, qualunque vita, ci chiede di provare a volare. L’attore in scena racconta piccole storie di diversità apparenti in una dimensione surreale: una classe popolata di “brutti anatroccoli” che tra divertenti risvolti e buffe ma poetiche esperienze cercano il loro posto nella loro classe, nella loro scuola, nel nostro mondo.
La fiaba di Andersen, a cui il titolo si ispira, è qui vista come un archetipo. Come un “classico” che tocca un argomento universale, che va ben oltre il tempo in cui la fiaba è stata scritta; per indagare un tema che tocca nel profondo il destino di ogni bambino e di ogni persona. Una fiaba che si modifica per parlare a questo presente. Per una bambina, per un bambino ogni attimo è la costruzione di un pezzo della propria identità. Il mondo è pieno di modelli e di stereotipi di efficienza e “bellezza” rispetto ai quali è facilissimo sentirsi a disagio. Basta portare gli occhiali, o metterci un po’ più degli altri a leggere una frase, o avere la pelle un po’ più scura o un po’ più chiara, o far fatica a scavalcare un gradino con la sedia a rotelle, o essere un po’ troppo sensibili, o un po’…
Stilema, formazione artistica della cooperativa Unoteatro, si costituisce nel 1983 ed è formata da professionisti presenti da anni sulla scena del Teatro Ragazzi. Da sempre il centro del suo interesse drammaturgico è l’infanzia, organismo sociale vivo, capace di suggerire temi e visioni fondanti un teatro popolare, che sappia cantare ad un pubblico indistinto, di adulti e di ragazzi, le storie che nascono dall’incontro tra il popolo bambino e il mondo contemporaneo. Spettatori e cittadini di oggi, prima che, come si è soliti dire e sentire, di domani, la Compagnia torinese incontra ogni giorno i bambini nei molti laboratori teatrali promossi e ne deriva una drammaturgia originale, un suo linguaggio della scena, fatto da un teatro d’attore arricchito dall’utilizzo di oggetti e dall’uso della musica dal vivo.
photo © Gabriele Zola