II “nuovo pubblico” del TaTÀ
Si scrive TaTÀ, si legge Crest. Ma, dopo dieci anni di attività, è ancora così? Di sicuro, dal lontano 23 gennaio 2009, l’auditorium di via Deledda ai Tamburi di numeri (di presenze, di eventi, di giornate lavorative) ne ha fatto, diventando un teatro sempre aperto, che alla produzione di spettacoli e all’ospitalità di altre compagnie teatrali, unisce proposte di formazione, incontri e laboratori per le scuole, percorsi di ricerca drammaturgica, attività, comunque, volte al dialogo e al confronto con il territorio, attraverso la promozione e la cura di eventi di particolare interesse.
Non solo teatro, iI TaTÀ, ma un vero e proprio presidio culturale in un territorio difficile, però animato da un grande desiderio di riscatto, che può passare solo attraverso un processo di riappropriazione urbana, storica e identitaria della comunità. Gran parte dello sforzo del Crest va proprio nella direzione della diffusione del teatro come mezzo di socializzazione e di condivisione esperienziale. Ogni anno i laboratori teatrali di base raccolgono dai 40 ai 50 partecipanti che non hanno l’obiettivo di diventare attori, ma di “usare” il teatro come mezzo creativo per la propria crescita personale, professionale e sociale.
La collocazione periferica non è più un tabù per tantissima parte della città, a cominciare dalle scuole che hanno assicurato nel recente anno scolastico oltre 7mila presenze – dai piccoli della materna agli studenti degli Istituti Superiori -, per proseguire con gli enti e le Associazioni che svolgono al TaTÀ parte della propria programmazione, come il Comune di Taranto e il Teatro Pubblico Pugliese e gli Amici della Musica “Arcangelo Speranza”, e tante altre realtà di teatro professionistico e amatoriale, di scuole di danza e di circo, di librerie e cantanti/gruppi musicali che propongono spettacoli e saggi, reading e incontri con autori, convegni e concerti, trovando accogliente lo spazio e conveniente il nolo.
Infatti, gli spazi multifunzionali del TaTÀ si configurano come luogo ideale per l’organizzazione di spettacoli, convegni, conferenze, concerti, saggi di danza e incontri. La sala di 300 posti, dotata di parco luci completo, impianto fonico e videoproiettore, appare ottimale per quegli eventi che necessitano di un ambiente raccolto ma spazioso, di un foyer accogliente, dove poter trascorrere minuti piacevoli, comodamente seduti e dove magari poter godere di mostre ed esposizioni.
Il fatto di essere davvero uno spazio abitato tutti i giorni da operatori che agiscono dentro e fuori la scena per coniugare tutte i possibili mestieri riconducibili allo spettacolo – produzione, distribuzione, promozione, formazione – dà luogo ad un climax, ad un’atmosfera che nella città di Taranto rende davvero unico lo spazio, almeno questo dicono del TaTÀ tanti spettatori.
Tutti i giorni per tante ore per molte attività portano ogni anno al TaTÀ migliaia di persone, e tante di esse fanno parte di quel “nuovo pubblico” per il quale il Crest investe il proprio lavoro da anni, un pubblico trasversale per età, per professione, per territori di provenienza. Un pubblico al quale viene chiesto di staccare la spina e godersi gli spettacoli, di parlarne anche dopo e confrontarsi, di chiacchierare con gli artisti e con gli “altri”, di conoscersi, magari. Insomma, non un pubblico, ma il pubblico del TaTÀ, al quale va il grazie del Crest per la stagione appena trascorsa.
La Gazzetta del Mezzogiorno: editoriale di Tore Scuro [qui]
photo courtesy of Just In Time live band