Londra sotto scacco. Ma Shakespeare non ne fa una tragedia

Le ragioni del cattivo. Per il cartellone “Periferie e non solo”, rassegna di teatro e cinema, sabato 5 novembre, alle ore 21 all’Auditorium TaTÀ di Taranto, in via Deledda ai Tamburi, in scena “Il mercante di Venezia. Il teatro dopo la peste”, liberamente tratto da William Shakespeare, elaborazione drammaturgica Stefania Marrone, regia Cosimo Severo, musiche Fabio Trimigno, con Salvatore Marci, musicisti in scena Antonietta Pilolli/Michela Celozzi (violoncello), Andrea Stuppiello (percussioni), Fabio Trimigno (violino) e la partecipazione di Giovanni Salvemini (voce e ukulele), scene e disegno luci Luca Pompilio e Cosimo Severo, produzione Bottega degli Apocrifi. Durata 80′. A seguire “Quando teatro e musica si incontrano”, confronto e ascolto guidato con Fabio Trimigno e musicisti di Bottega degli Apocrifi.

Dopo la peste che aveva colpito Londra a fine ‘500 in città non si respirava una bella aria, i ricchi erano guardati con invidia, i poveri con disprezzo, quelli che professavano un’altra religione con sospetto… A Shakespeare venne commissionato di scrivere un’opera antisemita in un momento in cui gli ebrei col loro sistema di prestiti tenevano in vita – e quindi sotto scacco – tutta Londra.  A una città impoverita serviva un nemico, ma alla richiesta facile di un colpevole Shakespeare rispose attraverso la complessità, portando per la prima volta in scena, nel Seicento, le ragioni del cattivo, anticipando ancora una volta la cultura contemporanea.
Un racconto per attore e musici. Un monologo a più voci, una storia d’amore e debiti. Due amici, una donna, un voto solenne, un prestito in denaro, una libbra di carne umana richiesta come penale, una punta di odio verso lo straniero che ha una cultura, delle abitudini e una religione diversa. Non è difficile attendersi legittimo spargimento di sangue e morti non accidentali, ma a Shakespeare quella volta era fiorita in petto una gran voglia di commedia. Si rischia di ridere in questa storia. L’ha scritta Shakespeare del resto. E, come spesso accade nelle sue opere, al riso si arriva come una liberazione, come una risalita insperata dopo aver toccato il fondo dell’animo umano.

Come nasce la musica per il teatro? Forse il teatro, sin dalle sue origini, ha sempre fatto uso della musica. Ma allora cosa serve la musica nel teatro? Ne “Il mercante di Venezia” di Shakespeare ci sono tutti gli ingredienti perché una commedia finisca in tragedia, e gli stessi ingredienti danno ritmo e suono ad una musica originale che pian piano racconta ciò che di impalpabile ha ogni personaggio. La musica è come un bisturi che esplora a fondo quei sentimenti come l’odio che non ha bisogno di una buona ragione e che, nel migliore dei casi, genera mostri.
L’incontro con i musicisti dopo lo spettacolo sarà l’opportunità per il pubblico di un confronto e di un ascolto guidato di alcune delle musiche di scene che sono nate non solo attraverso l’intreccio della drammaturgia e il lavoro con il regista, ma anche da una ricerca e analisi musicale di alcuni temi della tradizione ebraica e della tradizione canora veneziana.

Bottega degli Apocrifi. Nasce a Bologna nel 2000 e nel 2004 compie una migrazione controcorrente e si trasferisce a Manfredonia (Foggia), città d’origine di alcuni membri del gruppo, scommettendo che il teatro possa essere un lavoro anche in Italia, anche a Sud. La vicinanza a Borgo Mezzanone, che ha ospitato fino allo smantellamento il CARA (Centro di Accoglienza per Richiedenti Asilo) più grande del Mezzogiorno, l’ha trasformata in una compagnia multietnica. Il lavoro con gli adolescenti, scelti da subito come interlocutori privilegiati per la costruzione di una comunità teatrale, ha portato alla meticolosa mescolanza di professionisti e non professionisti, fino a generare il format della Produzione di Comunità, che oggi assieme alla drammaturgia originale e alla musica dal vivo è parte integrante della sua cifra stilistica.

Cosimo Severo. Regista, pedagogo e direttore artistico. Nel 2000 fonda a Bologna con Stefania Marrone e Fabio Trimigno la Bottega degli Apocrifi, che nel 2004 – con una migrazione che sfida le leggi di gravità – si trasferisce a Manfredonia (Foggia), con l’obiettivo politico di “coltivare il deserto”. Dal 2009 è direttore artistico della Residenza teatrale attiva al teatro comunale “Lucio Dalla”. Firma le regie degli spettacoli “Il mercante di Venezia”, “Uccelli” (menzione Premio Rete Critica), “Lorenzo Milani”, “Controra”, “SottoSopra”, “Nel bosco addormentato” (Eolo Award 2010). Nel 2005 crea il Festival di teatro delle scuole “Con gli Occhi Aperti”, giunto ad oggi alla quindicesima edizione, costituendo un segno di continuità eccezionale sul territorio. Nel 2018 concepisce un nuovo format artistico denominato Produzione di Comunità, per l’attivazione delle comunità attraverso la pratica artistica, e nel 2019 ne fa un format esportabile anteponendo la circuitazione dei processi (ricerca) alla circuitazione di prodotti (spettacoli).

Stefania Marrone. Autrice e formatrice. “Contaminazione” è la parola d’ordine della Bottega degli Apocrifi, dell’azione scenica e, quindi, della sua drammaturgia, sempre più orientata ad innescare processi di attivazione di Comunità attraverso la pratica artistica. Cura la drammaturgia degli spettacoli “Il mercante di Venezia”, “Umana commedia”, “SottoSopra”, “Controra”, “Nel bosco addormentato” (Eolo Award 2010), “Orlando Suite”, “Sinbad il viaggiatore”, “Lorenzo Milani”, “Sonetti. Cantare Shakespeare”. Tra i progetti speciali, si segnalano “#inCoro” e “Uccelli”. Autrice delle pubblicazioni teatrali “A un piede e mezzo dal Muro” (Fara Editore, 2003), “Lorenzo Milani” (Historica Edizioni, 2018) e di saggi raccolti nei volumi “Nobiltà e miseria delle Residenze teatrali” editi da L’arboreto di Mondaino. Dal 2004 è formatrice teatrale per ragazzi. Dal 2007 guida percorsi di drammaturgia e scrittura collettiva, nel 2018 crea il laboratorio di scrittura ironica “Ironia della sorte”.

Fabio Trimigno. Violinista e compositore. Completa gli studi al Conservatorio di Musica “Umberto Giordano” di Foggia. Segue workshop di teatro, sperimenta il campo della vocalità, frequenta laboratori di teatrodanza e circo teatro. Cura la ricerca e la scrittura musicale per gli spettacoli prodotti dalla compagnia sipontina, lavorando con il regista Cosimo Severo e la drammaturga Stefania Marrone. Pedagogo nei percorsi di formazione musicale per bambini e guida dell’Orchestra dei Felici Pochi, “allegra come una foresta di girasoli” citando Elsa Morante, un ensemble permanente di trenta giovani musicisti, di età compresa tra i 6 e i 20 anni, che esplora le contaminazioni tra creazione musicale e scena teatrale.

Biglietto 12 euro, ridotto 10 euro (under 25 e over 65) e 6 euro (studenti universitari). Info e prenotazioni ai numeri 099.4725780 e 366.3473430.


 

Il progetto “Periferie e non solo” – terza edizione – è realizzato dal Crest, in collaborazione con associazione culturale Il Serraglio – VicoliCorti. Con il sostegno di Regione Puglia, Provincia e Comune di Taranto.

crediti immagine: Studio P2

 

 

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