Mal di lavoro

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venerdì 11 gennaio 2013_ore 19

Mal di lavoro
incontro con Renato Curcio
intervengono Pietro Fumarola e Fabio Tolledi

Renato Curcio, sociologo, saggista ed editore, presenta in anteprima il suo nuovo libro (in uscita il prossimo mese di febbraio per i tipi della coop. “Sensibili alle foglie”) sulla sofferenza e la precarietà nelle attuali condizioni di lavoro.

“Mal di lavoro” è un’espressione volutamente generica che rimanda ad un sentimento informe e calpestato. Tutti lo conosciamo molto bene ma su di esso solitamente preferiamo sorvolare. “Come gira? Lasciamo stare!” e poi si tira avanti. Esso è anche un’esperienza sociale ampia e condivisa da milioni e milioni di persone seppur massicciamente relegata nel cassetto dei “fastidi ineluttabili”, degli accadimenti rispetto ai quali “c’è ben poco da fare” e pertanto c’è anche “poco da dire”. Aforismi e frasi fatte al suo riguardo tuttavia abbondano e si sprecano: lavorare stanca, abbruttisce, educa, produce palazzi per i ricchi e catene per i lavoratori, rafforza l’identità, è una maledizione (che l’uomo ha trasformato in un piacere). D’altra parte le difficoltà a trovare un lavoro soddisfacente ci sovrastano; le relazioni in azienda molto spesso ci avviliscono; la competizione con i colleghi ci sfinisce; le paure di perdere il lavoro s’impossessano anche dei nostri sogni notturni. Per darci un tono negli scambi quotidiani insistiamo a ripeterci “Che vuoi farci, questa è la vita!” ma sappiamo anche che questo mantra ipnotico non ci anestetizza né consola. E neppure ci rincuorano le parole sagge dei nonni, dei genitori, dei romanzieri, dei filosofi, degli psicanalisti e dei sociologi secondo cui questo “male necessario” è un portato inevitabile di questa civiltà. Inevitabile come il freddo in inverno. Un fatto naturale. Ad esse infatti non riusciamo a credere. Da qualche parte in fondo ai nostri pensieri intristiti sbuca sempre fuori uno spiritello impertinente che con voce beffarda ci dice: “Ma va là, questo è soltanto uno stupido pregiudizio, una istigazione alla rassegnazione che qualcuno ti ha piantato come un chiodo nella testa tanto per trarne qualche congruo vantaggio!”. [dall’introduzione del libro]

a cura di Archeotower Occupato, associazione culturale Arcinota e Crest
in collaborazione con libreria Dickens e LABuat
media partner Radio Popolare Salento

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