Croce e fisarmonica

sabato 15 novembre 2014_ore 21.30

 

Armamaxa teatro – Diaghilev

Croce e fisarmonica

se passi da casa mia fermati
racconto teatrale dedicato a don Tonino Bello
di Carlo Bruni ed Enrico Messina
regia Carlo Bruni
con Enrico Messina e Mirko Lodedo
musiche dal vivo Mirko Lodedo
in collaborazione con Pax Christi, Linea d’Onda, Banca Etica
spettacolo vincitore I Teatri del Sacro 2013

durata: 60 minuti

 
 
 

Antonio Bello è stato Vescovo e presidente nazionale di Pax Christi. Nato nel 1935 ad Alessano, nel Salento, è morto a cinquantotto anni nell’aprile del ’93, a Molfetta, in episcopio. Nella sua casa natale, fra molti ricordi, regali, testimonianze d’affetto, c’è il disegno di una bambina delle elementari che lo ritrae, in piedi, su di una fragile e variopinta barchetta a vela, braccia larghe e mani che tengono rispettivamente una croce ed una fisarmonica. Prediligendo il potere dei segni ai segni del potere, don Tonino Bello ha esercitato il suo mandato coniugando uno straordinario rigore evangelico, con un anticonformismo capace di spiazzare i più arditi rivoluzionari; associando a una fede profonda, una laicità che a molti, ancora oggi, sembrerebbe paradossale per un prete: tenendo insieme croce e fisarmonica. È difficile trovare qualcuno nelle nostre parti, con più di trent’anni, che non abbia un episodio da raccontare, una testimonianza del proprio rapporto con questo pastore salentino.
Il lavoro cerca di esercitare una fede “laica” nell’uomo, attraverso la ricostruzione mitica della figura di un religioso. Talvolta si attribuisce al mito un senso d’irrealtà, addirittura di falsità, mentre nella tradizione classica il mito rappresenta un punto elevato di sintesi: un punto di riferimento capace di favorire la coesione sociale, culturale, etica; di definire un orizzonte comune. Croce e fisarmonica è, appunto, il racconto di un mito. Il sud, la fede, l’impegno sociale, riformatore, pacifista, sono coordinate di una rotta che vengono percorse con la cadenza di una ballata perché questa storia ci resti dentro come una canzone.

Armamaxa teatro
Armamaxa è parola di origine greca che vuol dire “carro”. L’Associazione trasporta i progetti teatrali dei suoi componenti che si riconoscono in un teatro necessario e umano fatto di passione, tempo e ricerca. Dal 1998 la Compagnia ha fondato la propria poetica sulla ricerca del legame tra oralità, movimento, ricerca sociologica, costruendo un percorso culturale e artistico fortemente legato al presente, in cui etica ed estetica non sono separate e la cui motivazione originaria è da ricercare proprio nel dialogo tra arte e società. Così sono nati progetti e spettacoli come Braccianti, Mammaliturchi, Orlando, Orecchiette, Principesse, Robin Hood e Racconto d’Oltremare (per il pubblico dei ragazzi), Millenovecentottantuno, La Diritta Via (scritto con l’ex magistrato Giuliano Turone), e in ultimo Croce e fisarmonica, coprodotto con Diaghilev, compagnia inquilina a Molfetta nell’ambito dello stesso progetto Teatri Abitati, a conferma della vitalità di una regione d’eccellenza nel panorama nazionale. Dal 2008 gestisce il teatro comunale di Ceglie Messapica.

 


Croce e fisarmonica – photo © Michela Cerini

 
 

 

[