Antigone ovvero una strategia del rito

mercoledì 30 gennaio 2013_ore 21

giovedì 31 gennaio 2013_ore 18

SPETTACOLO DELLA STAGIONE DI PROSA DEL COMUNE DI TARANTO E TPP

CTB – Teatro Stabile di Brescia/Le Belle Bandiere
Antigone ovvero una strategia del rito
da Sofocle
progetto e elaborazione drammaturgica Elena Bucci e Marco Sgrosso
regia Elena Bucci con la collaborazione di Marco Sgrosso
con Elena Bucci, Marco Sgrosso, Daniela Alfonso, Maurizio Cardillo, Nicoletta Fabbri, Filippo Pagotto, Gabriele Paolocà
con il sostegno del Comune di Russi

 

 durata: 75 minuti

Elena Bucci è una centaura in giacca di pelle nera, un’Antigone già morta, che rivive la propria storia, ricompie il proprio olocausto, appartata, estatica, invasata, come le donne isteriche di Charcot. Elena Bucci e Marco Sgrosso, hanno creato la compagnia Le belle bandiere nel 1992, dopo aver lavorato nel nucleo storico del Teatro di Leo dal 1985 al 2001. Impostisi da tempo per la rilettura dei classici in chiave contemporanea, attraverso l’utilizzo di un linguaggio teatrale vicino alla sensibilità del nostro tempo, i due artisti affrontano per la prima volta in termini autonomi la tragedia antica. Antigone è un’opera di contrasti estremi, limpidi e insanabili, a cominciare dal nucleo primario che oppone la ragione del cuore della protagonista alla ragione di stato di Creonte, figure mastodontiche nella loro umana vulnerabilità. Come scrive Heinar Kipphardt, la giovane va incontro alla rovina a causa della propria inflessibilità e della durezza dei principi che ispirano le sue azioni. Antigone poggia su una motivazione “necessaria”, che ha spinto autori come Anouilh e Brecht a riscrivere il mito adattandolo alla propria epoca: l’eterno conflitto tra legge ed etica e tra pietà e necessità.

 “E se pure questo è il dilemma che sottende alla tragedia di Sofocle, l’allestimento ne sottolinea l’urgenza in una serie di contrasti dialettici che appartengono all’oggi come alla classicità, che impongono una riflessione sullo sguardo del qui ed ora del potere o quello prospettico del cieco Tiresia, impongono una impossibile conciliazione fra sentimento e ragione, fra legame di sangue e legame sociale, oppongono la pulsione a vivere comunque di Ismene a quella di morte di Antigone. In tutto questo il coro è comunità: da esso escono i personaggi della tragedia, fatta eccezione per Antigone e Creonte che vivono di una loro sacerdotale indipendenza, due fuochi intorno a cui si muovono i coreuti mascherati, figure novecentesche che sormontano una catasta di sedie, simbolo della città caduta, del palazzo del potere crollato. Un mondo che si chiede perché, in cerca di una catarsi impossibile. E allora Antigone – colei che ha scardinato la necessità per dare voce alla pietà – addita infine la saggezza come motivo scatenante della rinascita dall’orrore, di una nuova etica che possa ridare compattezza e speranza al coro annichilito”. [Elena Bucci e Marco Sgrosso]

 

biglietto intero 20 euro, ridotto 15 euro (over 65 e under 25)


Antigone ovvero una strategia del rito 

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