Romeo e Giulietta
sabato 26 gennaio 2013_ore 21
Factory Compagnia
Romeo e Giulietta
di William Shakespeare
adattamento e traduzione Francesco Niccolini
regia Tonio de Nitto
con Lea Barletti, Dario Cadei, Ippolito Chiarello, Angela De Gaetano, Filippo Paolasini, Luca Pastore, Fabio Tinella
scenografie Roberta Dori Puddu
scene L.C.D.C. luminarie Cesario De Cagna
costumi Lapi Lou
luci Davide Arsenio
durata: 105 minuti
Quante “Romeo e Giulietta” avete visto? E quante ne vedrete ancora. Sempre a caccia del nuovo dettaglio, del particolare sfuggito, della virgola mancante che ribalta suoni e veglie e voglie. La lettura univoca dell’amore struggente e mal conciliabile tra i due giovani esponenti di due casati nemici è stato declinato in ogni salsa possibile. Ma in questo spettacolo il drammaturgo Francesco Niccolini ci presenta una sua nuova traduzione in rima (come nell’originale scespiriano), puntando il dito e la penna, non tanto sulle vicende di cuore, ma su quelle della violenza e dell’odio cieco, tema cardine nell’opera del Bardo di Stratford-upon-Avon, che mette fine, in modo autoritario e bieco, a giovani vite piene d’entusiasmo e brio. Alla regia di Tonio de Nitto il compito di sottolineare l’importanza della giovinezza: “la propria, quella dei genitori, e degli adulti che un giorno saremo; non c’è niente da fare, ci ricorda Shakespeare, la giovinezza morirà per tutti. A noi trovare un modo, un miracolo, perché non muoia. Allora impariamo le parole d’amore di Romeo e quelle di Giulietta, impariamole a memoria, par coeur, come dicono i francesi, ché è più bello”.
“Romeo e Giulietta è chiedersi quanto i genitori amino veramente i figli, quanto possano capirli, quanto invece non imparino a farlo troppo tardi. Romeo e Giulietta è un gruppo di famiglia sbiadito e accartocciato dal tempo, una foto che ritrova vigore e carne per poi consumarsi e scolorirsi di nuovo. Romeo e Giulietta sono le morti innocenti, i desideri irrealizzati e la capacità di sognare che non può esserci tolta. Romeo e Giulietta è un meccanismo perfetto, un ingranaggio linguistico e scenico che va avanti nonostante essi stessi, dal quale però ad un certo punto può succedere di voler scendere e in qualche modo di farlo veramente, costi quel che costi. Romeo e Giulietta sono due adolescenti di una comitiva che si cancella per sempre nel tempo di un paio di giorni. Romeo e Giulietta sono il vuoto lasciato, il segno della tragedia che ha sconvolto una comunità e che non sarà mai rimosso. Romeo e Giulietta sono i sette interpreti impegnati con tripli salti mortali in doppi ruoli diametralmente opposti l’uno all’altro. Tutto è gioco, tutto è capriccio, il ritmo e il tono scherzosi, la storia spesso comica, fino a prova contraria, fino al sangue versato, fino a un padre che dà della puttana alla figlia, fino alla morte dei compagni di gioco, fino al rimpianto più feroce e alla colpa. Come nel più classico dei casi da tragedia, la colpa dei padri, che come scrive Pasolini deve essere gravissima per meritare una così atroce punizione”. [Tonio de Nitto]
Romeo e Giulietta