Totò e Vicé

sabato 12 gennaio 2013_ore 21

Teatro de Gli Incamminati – Diablogues/Compagnia Vetrano-Randisi
Totò e Vicé
di Franco Scaldati
regia e interpretazione Enzo Vetrano e Stefano Randisi
disegno luci Maurizio Viani
costumi Mela Dell’Erba
luci Alessia Massai
suono Sara Bonaccorso

durata: 75 minuti

 

Citazioni fulminee e dialoghi surreali attinti dal testo del poeta, attore e drammaturgo palermitano, per comporre una riflessione umoristica e struggente sull’attesa, la negazione e l’accettazione della morte. Vetrano e Randisi si incontrano sul palcoscenico con Totò e Vicé, due poetici clochard nati dalla fantasia di Scaldati, e nelle loro parole, nei loro gesti, nei loro pensieri, nei loro giochi si ritrovano, traducendo e reinterpretando discorsi e domande surreali. Totò e Vicé sono due creature dai tratti fantastici, personaggi di improbabili scenette, folli e savi allo stesso tempo, completamente avulsi dalla normale condizione di un quartiere periferico di Palermo, eppure conosciuti da tutti. Alla stessa stregua di un’apparizione i loro faccia a faccia verbali, mai vicendevolmente aggressivi, rappresentano il tessuto poetico sul quale si stende la scrittura del testo. Totò e Vicé sono legati da un’amicizia reciproca assoluta e vivono di frammenti di sogni in bilico tra la natura e il cielo, in un tempo imprendibile tra passato e futuro, con la necessità di essere in due per essere. Scritto in un dialetto palermitano barocco e roccioso, il testo è stato riadattato e portato a una maggiore comprensibilità dai due interpreti. Lo spettacolo è cresciuto a poco a poco: da un frammento, inserito in un omaggio a Leo de Berardinis, è diventato un pezzo di un altro lavoro, Fantasmi, per poi assumere vita autonoma.

Enzo Vetrano e Stefano Randisi hanno all’attivo una trentennale collaborazione sul palcoscenico, nella scrittura e nella guida degli attori. La complementarietà, la dialettica, il confronto, sono la forma che hanno scelto per esprimere la loro poetica, che vive quindi in una doppia identità, sovrapponibile e contraria. In questa direzione hanno creato diversi spettacoli con due personaggi in scena che sono uno lo specchio dell’altro: diversi anni fa sono stati Uno e Due in Diablogues e poi Milton e Camoens in Beethoven nei campi di barbabietole, due testi di Roland Dubillard, e prima ancora erano stati Calvato e Capillato, in una loro riscrittura del De Rerum Natura. Nel 1995 hanno fondato l’associazione culturale Diablogues. Dal 1999 ha attivato una creativa e fruttuosa collaborazione con Le belle bandiere e col Teatro de Gli Incamminati di Milano. Nelle ultime stagioni i due registi hanno formato una nuova compagnia di attori con cui continua il lavoro sui classici – in particolare del teatro pirandelliano n collaborazione col Teatro Stabile della Sardegna e col Teatro de Gli Incamminati. Vincitori del Premio Eti-Gli Olimpici del Teatro nel 2007, del Premio Hystrio-Anct nel 2010 e del Premio Le maschere del Teatro Italiano 2011.

Franco Scaldati, pur essendo una delle figure più rilevanti nella scena italiana della seconda metà del ‘900 è, di contro, anche lo scrittore più appartato. Infatti, nonostante la ricchezza e il notevole valore artistico, la sua produzione per il teatro (e non solo) è in buona parte inedita. Dagli anni Settanta, l’autore siciliano ha svolto un’attività assolutamente degna di rilievo: aperto teatri indipendenti (Teatro & C., Re di Coppe, Il Piccolo Teatro); ospitato compagnie di punta nella ricerca (Cecchi, Corsetti, Martone, Leo); animato la vita teatrale in anni in cui a Palermo le istituzioni non erano propriamente illuminate; rappresentato un percorso artistico esemplare per molti giovani che si sono dedicati al teatro, alla letteratura, all’arte.