Siamosolonoi
sabato 17 novembre 2012_ore 21
domenica 18 novembre 2012_ore 18
Associazione Culturale Artisti Riuniti – Palomar
Siamosolonoi
drammaturgia Marco Andreoli
regia Circo Bordeaux
con Michele Riondino e Maria Sole Mansutti
scene Fabrizio Darpino
trucco e costumi Eva Nestori
disegno luci Luigi Biondi
musiche Teho Teardo
attrezzista di scena Francesco Traverso
in collaborazione con PAV e Teatro della Tosse
durata: 80 minuti
Siamosolonoi è la storia dell’amore patologico, possessivo e infantile che unisce Savino e Ada: un uomo e una donna impegnati in un confronto che è una lotta amorosa, al tempo stesso spietata e dolcissima. La pièce si svolge in una cucina: la stanza del quotidiano per eccellenza, da riordinare, in cui preparare il pranzo e guardare la tv, diventa teatro di duelli e vendette, privazioni e liberazioni, conquiste e sconfitte, in un alternarsi di leggerezza, malinconia e inquietudine. Marco Andreoli ha costruito il testo dello spettacolo facendo riferimento alla “teoria dei giochi”: il risultato di una situazione dipende dalle scelte (e dalle mosse) dei giocatori.
“E’ uno spettacolo di parole e di immagini, che nasce da un viatico di costruzione collettivo e sedimentato, che si propone come caleidoscopio organico di una lotta amorosa, come processo teatrale di un’indagine comune. Molte delle scene sono state costruite utilizzando, in filigrana e come base strutturale, alcune delle teorie dei giochi più diffuse in campo economico-matematico. La teoria dei giochi, in senso generale, è la scienza che analizza le situazioni di conflitto ricercando soluzioni competitive e cooperative tramite modelli effettivamente applicabili. Si tratta, più precisamente, di studiare le decisioni individuali in merito a situazioni nelle quali interagiscano due o più soggetti, considerando che tali decisioni influiscono inevitabilmente sui risultati conseguibili da parte di tutti i soggetti coinvolti. Ada e Savino sono i “soggetti coinvolti”. Ognuno di loro persegue uno scopo diverso (rispettivamente lo status quo e l’emancipazione) e, di conseguenza, è costretto ad immaginare e ad applicare, strategie differenti. Ma, in fin dei conti e come sempre nei nostri lavori, il fulcro principale dell’intero processo è comunque un fulcro emotivo. Malgrado la volontà un po’ cocciuta di realizzare griglie e contenitori, parliamo pur sempre dell’amore e della sua negazione. Tutta roba, insomma, che non può essere davvero contenuta in nessunissima griglia”. [Marco Andreoli]
Siamosolonoi