La gola serrata

lun 17, mar 18 e mer 19 marzo 2014_ore 10.30

Opifico d’arte scenica (Sasso Marconi – BO)

La gola serrata

testo e regia Gabriele Duma con la collaborazione di Edoardo Ripari
con Gabriele Duma e Antonella Franceschini
Francesco Benozzo (arpa celtica e canto)
videoartist Elena Quarta, Renato Buono, Mattia Barbati e Gabriele Marchina
scene e costumi Andrea Stanisci
light designer Marco Carletti
musiche originali Aurelio Scotto (partitura pianistica), Guido Sodo (musica elettronica), Francesco Benozzo (canti popolari e politici)

durata: 60 minuti

 

A poco più di un anno dal centenario della morte di Giovanni Pascoli si vuole raccogliere il frutto delle iniziative messe in atto (convegni, pubblicazioni, nuove ricerche, …) per divulgarne i contenuti con lo strumento del teatro. Sentiamo la necessità di andare oltre la celebrazione dell’anniversario, per farne penetrare gli esiti quanto più è possibile nei diversi strati sociali e generazionali. Proponiamo uno spettacolo-concerto dedicato a Giovanni Pascoli, per raccontarlo poeta nuovo, da restituire al suo e al nostro tempo. Uno spettacolo-concerto per promuovere presso un ampio pubblico, lontani da ogni intento celebrativo, una rilettura del poeta emiliano-romagnolo, liberato dei panni d’uomo solitario e intimista di cui gran parte della critica l’ha per troppo a lungo rivestito.

Novembre 1879, nella fredda cella di San Giovanni in Monte, dove resta imprigionato due mesi per grida sediziose e oltraggio ai Regi Carabinieri, il giovane poeta scende nelle profondità del suo animo lacerato e ascolta le voci che lo attraversano. La cella è un non-luogo simbolico dove il passato e il futuro convivono in un eterno presente, in cui il poeta-fanciullo, prima di uscire e, da ragazzo perduto, rinascere tra i grandi della poesia, instaura un serrato dialogo con le voci di chi, nel corso di una vita, l’ha accompagnato, amato, forgiato: Maria, i genitori Caterina e Ruggero, Andrea Costa, Giosuè Carducci.

In scena, in contrappunto a un piano meccanico che evoca atmosfere colte e borghesi di fine secolo, e a un set di musica elettronica, che sposa la dimensione più intima e istintiva del poeta, si intrecciano le voci di Giovanni, di sua sorella Mariù e di un cantore popolare che accompagnandosi con l’arpa celtica interpreta, secondo le forme dei canti anarchici di fine ’800, alcuni componimenti giovanili del poeta.