Teresa Ludovico, Odissea
Dopo vent’anni di attesa, Penelope «torna a giocare con le farfalle». Per “Heroes”, progetto artistico triennale 2017/19 di Crest e “Tra il dire e il fare” in ATS, venerdì 20 ottobre, alle ore 21 a Palazzo Pantaleo, nell’antica Isola di Taranto, “Odissea” con Teresa Ludovico, reading di letture tratte da “Odissea. Il viaggio del poeta con Ulisse” di Tonino Guerra (Bracciali, 2007), musiche originali dal vivo Alessandro Pipino, produzione Teatri di Bari. Posti limitati. Biglietto 10 euro, ridotto 7 euro (under 30 e over 65): in vendita al botteghino del TaTÀ, entro le ore 13 di venerdì 20, o a Palazzo Pantaleo, dalle ore 18 del giorno dello spettacolo. Non si accettano prenotazioni. Info: 366.3473430 – 099.4725780 (int. 1).
«L’Odissea è il libro che mi ha spinto a scrivere tutti i miei libri, che poi sono dei viaggi. Viaggi in Georgia, in Russia, poemi sul Sud dell’Italia, a vedere il mare e a riscoprire Ulisse. È un amore che ho sempre avuto: ho sempre preferito l’Odissea all’Iliade, perché non sopportavo che Achille uccidesse Ettore. Io sono il sostenitore di Ettore». A 87 anni “il signore del cinema italiano” Tonino Guerra ha riscritto e anche popolato di immagini il capolavoro di Omero, prestando il suo cuore romagnolo all’astuto Ulisse.
L’Ulisse di Tonino Guerra è un pellegrino sfinito. Spesso vaga nella nebbia e riconosce la sua terra per il profumo dell’erba “scalfagnina”. L’epica si trasforma in una elegia intima e asciutta, ingenua e immaginifica, dove le camere delle regge sono di madreperla e gli otri sono d’oro. Penelope asciuga il marito con un panno “come fossero carezze”. Argo, il cane di Ulisse, quando rivede il padrone, “con tutta quella contentezza che gli era arrivata addosso”, si sdraia e si addormenta per sempre. La maga Circe dorme coperta di piume, Polifemo è un “bamboccione” con un occhio grande come ”l’orologio di una vecchia stazione”. E Achille, finalmente, chiede perdono a Ettore.
«Ho cercato di dare a Ulisse le mie debolezze. Io m’incanto ad ascoltare la pioggia e a guardare la neve che cade. Prima, forse, non era così: devo riconoscere che le debolezze che ho regalato a Ulisse si ritrovano nei ragazzi e nelle persone anziane. Per questo penso che il libro sia molto indicato per i giovani, che non hanno più ideali: voglio riavvicinarli alla loro fantasia».
Teresa Ludovico
Nata a Gioia del Colle, regista e autrice, dopo la laurea, ha compiuto un lungo percorso artistico sotto la guida di diversi maestri, in Italia e all’estero. Ha collaborato con i Cantieri Teatrali Koreja di Lecce in qualità di attrice. È stata assistente alla regia di Marco Martinelli e attrice in alcuni suoi spettacoli. Nel 1995 si avvicina al teatro musicale con “Medea”, opera senza canto del compositore Giovanni Tamborrino. Nel 1993 entra a far parte del Teatro Kismet OperA di Bari: dal 1998 è regista stabile (“Bella e Bestia”, premio Eti Stregagatto 2002), dal 2011 al 2014 direttore artistico. Realizza due produzioni per il Repertory Theatre di Birmingham (“I Was aRrat!” e “The Big Firendly Giant”) e collabora con il Setagaya Public Theatre di Tokyo (“Yuki no Joou” e “Ningyohime”) e lo Za Koenji Public Theatre di Tokyo (“Tabi to Aitsu to Ohimesama”, premio Jido Fukushi Bunka Sho 2012 come migliore opera per le nuove generazioni, e “Pinocchio”). Dal 2015 è condirettrice artistica dei Teatri di Bari.
Alessandro Pipino
Nato a Bari, è compositore, arrangiatore e polistrumentista. Nel 1994 entra a far parte degli Al Darawish e dal 1997 aderisce al progetto Radiodervish, partecipando in tutte le produzioni discografiche del gruppo (undici album dal 1998 al 2015). Ha all’attivo numerosi concerti su palchi importanti come quello del Concerto del Primo Maggio a Roma, del Teatro dell’Olympia di Parigi, del Folkest di Spilimbergo, de La Notte della Taranta di Melpignano, dell’SO36 di Berlino, del Premio Tenco di Sanremo, del Premio Ciampi di Livorno, del PalaMazda di Milano e tanti altri. Nel 1999 incontra l’organetto, suo strumento principale nei gruppi L’Escargot e Naracàuli. Tra le personalità più interessanti sulla scena dei giovani organettisti italiani, unisce una musicalità innata e un grande senso della forma e della frase melodica a una interessante ricerca timbrica denotata da una sapiente capacità di arrangiamento.
photo © Giovanni Pascazio