Con i muppets di Sipario Toscana alla ricerca di «Briciole di felicità»

Domenica 16 febbraio per «Favole & Tamburi» del Crest al TaTÀ di Taranto

Tra videoproiezioni e «motion graphic» uno spettacolo per famiglie molto poetico

Otto muppets di taglia umana, tra videoproiezioni e «motion graphic», raccontano la storia di un villaggio i cui abitanti hanno finito le loro «Briciole di felicità», come indica il titolo dello spettacolo per famiglie in scena domenica 16 febbraio (ore 18) all’auditorium TaTÀ per la stagione «Favole & Tamburi» del Crest. Uno spettacolo di figura di Anna Meini, magico e poetico, con la regia di ArteVox Teatro e la produzione di Fondazione Sipario Toscana, realtà di primo piano della scena teatrale italiana che si aggiunge alle altre ospitalità di prestigio di questo cartellone.

Sulle scene di Marta Galli e Maria Elena Fusacchia, Alessia Candido e Matteo Piovani animano la storia di questo villaggio nel bosco fatto di casette sospese. Il giorno nasce portando via gli ultimi sogni, mentre le dita rosa dell’aurora sfiorano i tetti e bagnano le piccole dimore, ognuna delle quali ha un proprietario, molto solo e triste, intento alla cura delle proprie cose. Ciascuna casetta rappresenta un micromondo abitato da strani personaggi, tutti accomunati dal fatto di essere isolati, distanti l’uno dall’altro e, dunque, inevitabilmente infelici. Ma un giorno arriva il venditore di felicità, che dispensa allegria in appositi barattoli. Gli abitanti corrono a comprarli, ma al momento di aprirli scoprono che questi contenitori in realtà sono completamente vuoti. Tutti si chiedono chi sia stato a rubare loro la felicità e a negare serenità alla vita del villaggio nel quale vive Ohibò, un personaggio alquanto strano e diverso dagli altri, tutt’altro che triste. La sua felicità lampante insospettisce gli altri abitanti, i quali pensano sia stato lui a rubare dai barattoli le briciole acquistate dal venditore ambulante. Per cui da quel momento gli abitanti del piccolo villaggio inizieranno a cercare la felicità in un altro modo, uscendo dalle loro case e incontrandosi con gli altri, per parlarsi e conoscersi per davvero, finalmente. Un cambiamento che verrà stimolato proprio dalla scoperta del segreto di Ohibò, la vera chiave verso la ricerca della felicità.

Inizio spettacolo ore 18.
Biglietti 7 euro (6 euro per nuclei familiari di almeno quattro persone).
Info e prenotazioni 333.2694897.

addetto stampa
Francesco Mazzotta
328.6296956

  

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«Ilva Football Club»: a teatro una storia di calcio e acciaio

Sabato 8 febbraio, alle 21, per «Periferie» del Crest al TaTÀ di Taranto

In scena lo spettacolo di Usine Baug e Fratelli Maniglio ispirato all’omonimo libro di Fulvio Colucci e Lorenzo D’Alò, che alle ore 19 incontrano il pubblico nel foyer

La storia della più grande acciaieria d’Europa s’intreccia con la leggenda di una piccola squadra nata sotto le ciminiere della fabbrica, la fantomatica Sidercalcio. La raccontano due tra le più attive realtà della scena teatrale contemporanea, Usine Baug e Fratelli Maniglio, cui si deve la creazione di «Ilva Football Club», spettacolo in scena sabato 8 febbraio (ore 21) per la stagione «Periferie» del Crest sostenuta dalla Regione Puglia all’auditorium TaTÀ di Taranto, all’ombra di quelle stesse ciminiere sotto le quali la storia è ambientata. La pièce, interpretata da Fabio e Luca Maniglio, Ermanno Pingitore, Stefano Rocco e Claudia Russo, è ispirata all’omonimo libro di Fulvio Colucci e Lorenzo D’Alò, che a loro volta saranno protagonisti alle ore 19 di un incontro con gli artisti nel foyer del TaTÀ, appuntamento coordinato dal direttore della Gazzetta del Mezzogiorno, Mimmo Mazza.

Per «Ilva Football Club», allestimento nato da un dettagliato lavoro di ricerca (tutti i testi sono tratti da archivi storici, documentari e interviste fatte a Taranto), la compagnia ha avuto la fortuna di poter lavorare attivamente sul territorio anche grazie all’accoglienza della Cooperativa Teatrale Crest, situata proprio nel quartiere Tamburi di Taranto, e alla partecipazione di Pietro Pingitore in qualità di documentarista e antropologo visuale. «Ilva Football Club» utilizza la narrazione calcistica (rendendola accattivante anche per i non calciofili) per raccontare la vita e la storia della città di Taranto, strettamente legata alla storia dell’ex Ilva: l’acciaieria più grande e più inquinante d’Europa.

Con leggerezza e ironia lo spettacolo analizza la storia di oltre sessant’anni del centro siderurgico, mostrando come la promessa di progresso e prosperità si siano lentamente trasformate in disillusione, rabbia, prigione e ricatto intorno al drammatico dilemma salute o lavoro.

La composizione scenica è, pertanto, basata su colori, materiali, luci e suoni dell’Ilva: l’acciaio, il rosso delle polveri, il nero lucido delle cozze che non si possono più mangiare, le maglie da calcio che brillano di minerali dopo il turno in fabbrica o dopo una partita sul terreno inquinato, i suoni incessanti delle macchine e degli altiforni, il chiarore dell’Ilva di notte e i fumi grigi che coprono il paesaggio: elementi che danno vita a uno spettacolo visuale e immaginativo intessuto con diversi linguaggi teatrali.

Cinque attori si palleggiano le narrazioni tra racconti corali e coreografie, monologhi, immagini, telecronache, pubblicità e moviole, con l’estetica calcistica che si traduce attraverso quadri fisici in movimento, sovrapposti a testimonianze audio in un gioco di doppie immagini e i significati. La realtà delle voci ascoltate incontra così la loro trasposizione teatrale fatta da attori e attrici che a Taranto non hanno mai vissuto ma che di Taranto raccontano l’essenza stessa attraverso due piste narrative strettamente connesse.

La narrazione è guidata da un presentatore di un programma sportivo che, abbattendo la quarta parete, tra aneddoti e telecronache, racconta la storia della Sidercalcio, alias Ilva Football Club, una piccola squadra composta da operai che, un po’ per fortuna, un po’ per talento e tenacia, sorprende tutto il Paese facendosi strada tra le più grandi squadre di professionisti, fino ad arrivare alla finale di Coppa Italia. Un sogno che lentamente si scontra con la realtà, si sgretola, portando lo spettatore dentro il dramma della seconda pista narrativa, quando alla narrazione calcistica si intrecciano monologhi e momenti corali che compongono un’altra storia, più intima: la storia di una «famiglia Ilva» nata e cresciuta ai piedi della fabbrica-mostro.

Dopo lo spettacolo gli artisti incontreranno il pubblico nel consueto spazio-intervista condotto nel foyer dalla giornalista Marina Luzzi.

Immagini video al link: https://www.youtube.com/watch?v=0mubsLyf6B4

Info e prenotazioni 333.2694897. Biglietti acquistabili anche online su Vivaticket.

addetto stampa
Francesco Mazzotta
328.6296956

  

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Ecco il burattino Cracrà Punk cresta blu con un’idea in testa

Domenica 2 febbraio per «Favole & Tamburi» del Crest al TaTÀ di Taranto

In scena la storica compagnia Fontemaggiore con uno spettacolo
sull’identità

Caduto dal cielo per una svista della cicogna, un neonato si trova davanti alla porta di Ada, la signora Morte. Come resistere di fronte a tanta tenerezza? Così Ada si abbandona a un desiderio impossibile: diventare mamma. È il plot dello spettacolo di burattini «Cracrà Punk» che la storica compagnia di teatro ragazzi Fontemaggiore di Perugia presenta domenica 2 febbraio (ore 18) all’auditorium TaTÀ di Taranto per la stagione «Favole & Tamburi» del Crest. Il titolo allude alle passioni musicali che sviluppa il protagonista della storia, scritta e diretta da Giorgio Brunello per la messa in scena del burattinaio e scenografo Marco Lucci (i costumi sono di Mauro Mesina e Kim Hyoung Hui). I giorni passano, fra giochi sulla neve, indovinelli e ninne nanne, e Bebè sviluppa una passione per il punk. Con una cresta blu, all’eroe della vicenda spunta in testa anche una domanda, sin a quel momento evitata: «Chi è mio padre?». Ada, che non ha una risposta pronta, per tenere il ragazzo con sé s’inventa una storia impossibile. Ma Bebè deciderà di partire in cerca dei genitori: attraverserà il mare, farà tornare il sorriso sulle labbra della regina e in mezzo a una burrasca incontrerà la cicogna Tiresia, l’unica in grado di rivelare la verità e indicargli la strada.

Il racconto procede con un linguaggio semplice e diretto per raccontare una storia coinvolgente e ricca di emozioni dentro uno spettacolo di teatro di figura di altissimo livello ed anche molto divertente, perfetto per avvicinare i bambini alla scena attraverso tanti spunti di riflessione. «Cracrà Punk» tocca, infatti, il tema dell’identità e dell’appartenenza, dunque, la questione della ricerca delle proprie radici e l’importanza di conoscere la propria storia e trovare il proprio posto nel mondo. Insomma, un lavoro sulla scoperta di sé e della realtà che ci circonda, sulla capacità di immaginare universi differenti e trovare soluzioni creative ai problemi.

Immagini video al link: https://www.youtube.com/watch?v=9Ny1DshmNpc

Inizio spettacolo ore 18.
Biglietti 7 euro (6 euro per nuclei familiari di almeno quattro persone).
Info e prenotazioni 333.2694897.

addetto stampa
Francesco Mazzotta
328.6296956

  

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Palla avvelenata, incontro a più voci

 

PALLA AVVELENATA

Incontro a più voci

con

Fulvio Colucci e Lorenzo D’Alò  autori del libro Ilva football club

dialogano con i protagonisti dell’omonimo spettacolo

ideato da Usine Baug & Fratelli Maniglio

Interviene Alessandro Marescotti di PeaceLink

Conduce Mimmo Mazza, direttore della Gazzetta del Mezzogiorno

Foyer Auditorium TaTÀ  –  sabato 8 febbraio  ore  19:00

La storia della più grande acciaieria d’Europa s’intreccia alla leggenda di una piccola squadra di calcio nata proprio sotto le ciminiere dell’Ilva, per dare voce alle tante storie vissute a Taranto. Storie di lotta tra salute e lavoro, tra speranza e disillusione, tra sogno e realtà.

Attraverso la metafora sportiva, la poesia delle immagini e la verità delle testimonianze, il romanzo e lo spettacolo Ilva football club raccontano la storia di una città sacrificabile, qual è stata Taranto, il cui sogno di ricca città industriale del sud si è sgretolato lentamente e inesorabilmente nello scontro con la realtà.

La maturata consapevolezza lungo l’ultimo decennio ha segnato una svolta o la città è ancora divisa? Si cercano nuovi sogni oppure si va disegnando un nuovo lucido progetto di sviluppo?

Il nostro incontro desidera essere occasione di confronto per una visione condivisa della nuova Taranto, capace di coniugare storia e innovazione, tradizione e nuova cultura.

  

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